Con Cristo anche la via crucis dell’apostolo si trasfigura in una via luminosa per la diffusione del Vangelo”. Paolo abbandonato, usato, deriso, consegnato, diventa vivo più che mai, perché la solapotenza di Cristo può agire liberamente attraverso la sua debolezza.
Tutto ciò che l’Apostolo ha vissuto è stato attualizzato e riportato all’esperienza di ciascuno, attraverso un parallelo con il “Donec formetur”: vivere l’oggi per aprirsi al dono del domani. Ognuno è stato fortemente invitato a ritrovare il suo fondamento nella centralità di Cristo. Solo in Lui si possono compiere le grandi opere di Dio, che non saranno più solo frutto di sforzo, di volontà, di passione o di capacità personali, ma di tutti questi elementi vissuti in noi dalla persona del Cristo stesso. “Solo il Cristo vive, pensa, prega, soffre, ama, opera, vuole, muore e risorge in noi”. Tutto questo è stato vissuto in un clima di grande silenzio, di preghiera e di comunione tra i partecipanti provenienti dalle varie Congregazioni della Famiglia Paolina: sacerdoti della Società S. Paolo, Paoline, Pie Discepole, Pastorelle e Annunziatine. Intensa è stata l’esperienza dell’Adorazione notturna e, durante una delle Celebrazioni eucaristiche, l’invocazione dello Spirito Santo sull’assemblea da parte di tutti i sacerdoti concelebranti: “Egli (lo Spirito), che non ha difficoltà a farci risorgere da difetti o anche da colpe passate, ci rende prolungamento di Gesù, suoi testimoni, apostoli autentici, veri donatori di vita!”. Ringrazio il Signore per questa opportunità “di riposo e di santità”, con la quale mi ha chiamato “in disparte” per accendere di nuovo il mio cuore e farmi vedere e gustare tutta la ricchezza del dono che mi ha fatto attraverso il carisma del beato Alberione, una ricchezza di cui essere consapevole sempre e sempre di più per condividerla nella mia vita quotidiana con ogni persona.
Margherita G. |