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GUARIRE LE MALATTIE DEL CUORE

 

La Quaresima che ci apprestiamo a vivere è un tempo di preghiera e di conversione, un tempo di impegno per cambiare. Un tempo propizio che ci può aiutare ad uscire dal freddo dell’amore per noi stessi, inverno del cuore che gela i sentimenti, i sogni e le speranze per giungere alla primavera della Risurrezione. Cambiare è ascesi per essere più forti del male, per dissociarci da esso e iniziare a trovare nel nostro io quel punto di Archimede di cui parlava Martin Buber: “Cominciare da se stessi: ecco l’unica cosa che conta. In questo preciso istante non mi devo occupare di altro al mondo che non sia questo inizio. Il punto di Archimede a partire dal quale posso, da parte mia, sollevare il mondo è la trasformazione di me stesso. Quando l’uomo ha trovato la pace in se stesso, può mettersi a cercarla nel mondo intero”.
Mons. Matteo zuppi, da poco nominato vescovo ausiliare di Roma, nel libro Guarire le malattie del cuore edito dalla San Paolo, ci offre un percorso di quaranta meditazioni dove, all’atteggiamento negativo, contrappone una virtù, proprio come Don Alberione consigliava per non perdersi in generici propositi. Troviamo la tiepidezza, che è l’accontentarsi di un amore qualsiasi, da guarire con il “calore” del rapporto vivo con Gesù, che fa ardere il nostro cuore. Dall’accidia – di cui la nostra generazione è colpita in vario modo; si pensi alla depressione, tristezza, noia, disperazione, malinconia, pigrizia, indolenza – si può iniziare ad uscirne con l’amicizia umile, insistente e sensibile.

Altro tratto caratteristico di questa nostra società è il protagonismo che porta all’autocompiacimento più sfrontato: il suo antidoto può essere la fraternità e il servizio. Il fratello sa che non ci si salva da soli, ma dandosi la mano e camminando insieme verso l’Altro. Inoltrandoci in questo cammino incontriamo ricchezza e povertà, lusso e sobrietà, furbizia e semplicità, paura e bontà, pigrizia e partecipazione. Un percorso reso ancor più concreto, quindi possibile, dalle tante citazioni ed esempi di santi e testimoni del nostro tempo che hanno vissuto in pienezza la propria umanità perché ai suoi limiti non si sono arresi. Con fiducia apprestiamoci a vivere la Quaresima come tempo del cuore: il nostro e quello sempre nuovo di Gesù che perdona e guarisce. E mentre ci auguriamo vicendevolmente “buon cammino” possiamo aggiungere “buon lavoro… su noi stesse!”.

Rosaria G.