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Gesto semplicissimo ma di straordinaria forza espressiva, l’abbraccio comunica la disponibilità a entrare in relazione con gli altri. Esiste una vasta tipologia di abbraccio: protettivo, riconciliante, di benvenuto, di commiato, di congratulazione, di affetto, di passione. Abbracci appassionati tra fidanzati e sposi, abbracci protettivi tra genitori e figli, e così via. Il saggio di Carlo Rocchetta Abbracciami. Per una terapia della tenerezza, ristampato in forma ampliata dalle Edizioni Dehoniane, vuol contribuire a far riscoprire questo gesto, indicandone i contenuti antropologici-teologici, il suo significato umano-cristiano, la sua bellezza e forza salutare. Soprattutto nella nostra cultura occidentale esiste una sorta di anestesia generale nei confronti di questo gesto, a questo si aggiunge un individualismo imperante e la sempre più diffusa comunicazione elettronica e virtuale, che rischiano di far perdere di vista il senso del sentire e del toccare. L’abbraccio si pone invece come segno di incontro e di profezia di una nuova cultura e convivialità. Le origini teologiche dell’abbraccio vanno ricercate nel mistero stesso della Trinità: un Dio che non è Io-solo, ma un Dio Io-Noi, un Dio comunione di amore. Già nell’Antico Testamento Dio si presenta col cuore colmo di tenerezza, di padre, madre, sposo, pastore, medico; come braccio che accoglie, cura, protegge, libera, guida, ristora, guarisce. L’abbraccio tra Maria ed Elisabetta che apre il Nuovo Testamento è segno di fedeltà alle promesse e all’alleanza da parte del Signore, e manifesta un incontro di grazia che sarà benedizione per tutti i popoli della terra, un abbraccio salvifico per il mondo intero. C’è poi la novità dell’abbraccio di Gesù nei confronti dei bambini, il suo porli al centro e a modello dell’umile accoglienza del Regno dei cieli. “E prendendoli tra le braccia li benediceva”: un toccare che ritorna più volte nei vangeli ed è percepito come segno di benevolenza per i piccoli, unitamente ai gesti di benedizione e imposizione delle mani. Gesti e atteggiamenti che divengono immagine |