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Il periodo estivo offre a tutti (ce lo auguriamo!) uno stacco dalle attività lavorative e pastorali. La mente, libera da programmazioni e impegni di vario genere, può riposare e rigenerarsi anche attraverso una lettura più approfondita e prolungata. Per questo osiamo proporre un libro un pò più impegnativo del solito. Edito dalle Paoline, Un pellegrino che comincia da Gerusalemme raccoglie le meditazioni tenute ad un corso di esercizi Spirituali da Francesco Rossi De Gasperis, uno dei biblisti più apprezzati del nostro tempo. Il cammino umano e spirituale di Ignazio di Loyola ci viene qui proposto in modo dettagliato e affiancato all’insegnamento chassidico di Martin Buber. Al cuore di tutto c’è sempre il cammino dell’uomo, il suo itinerario di crescita, maturità, autenticità. Un cammino per risalire alla sorgente della vita, alla fonte della propria vocazione, per perseguirla con tutte le forze. Un cammino che sempre deve partire dalla Parola di Dio, dalla sequela di Gesù Verbo incarnato, partire dal sé per vivere da pellegrini, partire da Gerusalemme per giungere a Dio nostro Creatore e Padre. Nel piano di Dio creazione e vocazione sono in perfetta continuità: io sono creato per rispondere alla mia vocazione particolare. “Io sono creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e mediante questo, salvare la mia anima; e le altre cose sulla faccia della terra sono create per me, e perché mi aiutino a conseguire il fine per cui sono creato” (Esercizi Spirituali). Lodare e servire: “Sono fatto per darmi interamente servendo: ciò che sono, quello che ho, quanto so, tutto quanto mi è stato dato, tutto è destinato a servire”. Ignazio è anche l’uomo della lode a Dio, nella Chiesa attraverso la Liturgia: Esercizi Spirituali, Parola di Dio, confessione, discernimento, Eucaristia; tutto è orientato ad aiutare una persona a sintonizzare volentieri la sua libertà con la libertà di Dio. Almeno due i motivi per cui la sua vicenda ci deve appassionare: primo, perchè è stato un Santo letto e studiato da don Alberione e dal quale molto ha attinto; secondo, come segno di gratitudine per aver inventato gli Esercizi Spirituali, dai quali tutte continuiamo ad attingere Grazia su Grazia. |