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NELLA VALLE DEI GIGANTI

 

Il silenzio mi appare sempre come il clima più giusto per attraversare quei momenti della vita che scandiscono il passaggio, per chi crede nella vita eterna, che porta all’incontro atteso e sperato con il Signore. Un silenzio che faccia percepire e riconoscere la voce dell’Amato che ti chiama a sé nel suo Regno.
Perché la sua voce evochi il nome della sua sposa e niente e nessuno disturbi quel suono inconfondibile. Ogni parola sembra sciupare e infrangere un passaggio sacro, a noi che ancora attendiamo quell’ora non rimane che ritmare con il silenzio orante, nostalgico questo appuntamento giunto per chi ci ha preceduto. Ormai, dopo quasi trenta anni di appartenenza all’Istituto, sono tante le sorelle conosciute, o non, passate avanti nel compimento del loro cammino terreno. Tra di esse vi sono tanti volti cari, che ricordo con affetto, riconoscenza e lode a Dio, ma tra loro ve ne sono alcuni che si ergono sugli altri. Sono sorelle che per maggiore vicinanza e condivisione di momenti lieti e faticosi hanno un posto speciale nel mio cuore e nella mia memoria. La morte di Maria Guerini, avvenuta così rapidamente, mi porta a non poter stare più in silenzio, né per lei né per le altre due sorelle che io, con Maria, penso nella valle dei giganti.

Cos’è questa valle? È il luogo che immagino abitato nella Gloria di Dio dalle anime che nella loro vita sulla Terra sono state GIGANTI nella fede nel Signore. Con la Guerini – come simpaticamente chiamavamo Maria noi del gruppo di Bergamo – penso Anna Maria Mazzoni e Mariantonietta Murgia. Chi di voi ha avuto il dono di conoscerle tutte tre credo possa condividere con me una qualifica che le accomuna: erano persone VIVE! Un fuoco le rendeva immediatamente attraenti e contagiose. Le sue fiamme si sono sviluppate per ciascuna in tratti particolari che le identificavano, ma certamente sono state donne luminose, forti e dolci allo stesso tempo, fiumi sempre in piena di parole, attenzioni, pienamente immerse nel quotidiano, divinamente traboccanti di desiderio di cielo. Vere apostole della comunicazione, della trasmissione più importante: quella di Dio. Ecco perché possono stare nella valle colma di vita di Grazia! Per loro non era più possibile stare ancora nelle valli di ossa inaridite dove spesso ci troviamo noi…
Quanti corpi si aggirano senza vita nel tempo e nello spazio che per certuni è l’unico di transito per l’uomo. E quante volte dietro queste maschere celiamo anche noi stesse? A volte si tenta di apparire vive, ma chi non è ricolma della vita vera non può dare ciò che non possiede. E la vita vera è puro dono che si offre a noi nei Sacramenti, nella Parola, nella preghiera e cerca solo una piccola breccia per entrare e prendere dimora dentro di noi. Il Signore non cerca campioni pii e devotamente inermi, credo cerchi peccatori che riconoscono il bisogno di Lui, che prendano il largo magari senza aver capito dove punta precisamente la rotta, ma si fidano del timoniere e questo basta. A Maria, Anna Maria, Mariantonietta avevi piacere a stare vicina; come Maria – nome che rimbalza anche nei loro nomi – la Madre di Dio, hanno incarnato la fede nella concretezza delle loro esistenze.
Ripenso ai primi anni quando arrivai a Bergamo e in libreria Maria veniva due volte a settimana per dare un aiuto. Attendevo quei momenti, a volte senza neppure rendermene conto, per essere ‘travolta’ dai suoi occhi grandi che sorridevano sempre posandosi sui tuoi e dalle sue tante parole, domande, racconti… Ti faceva star bene anche se era una giornata no, perché sapeva voler bene semplicemente, con lei ti sentivi amata, protetta. Il secondo anno passai la Pasqua a Bergamo e lei volle che il giorno di pasquetta andassi a casa sua. Quel giorno non solo mi inoltrai nelle verdi valli bergamasche ma venni catapultata nella grande famiglia Guerini: per tutto il pomeriggio passammo da una casa all’altra dei suoi parenti e di tutti o prima o dopo doveva affidarmi pene e gioie. Voi penserete ad invadenza, e sbagliereste tantissimo perché non era sterile curiosità. Lì e ancor più negli anni ho capito quanto il suo interessamento era sincero, vera vicinanza e l’affetto che i suoi tanti nipoti hanno mostrato nel sopraggiungere della malattia dimostra l’autenticità della sua testimonianza.
Non voglio fare l’elenco delle buone azioni che hanno contraddistinto la sua vita, l’estensione della santità non la immagino dentro computi apostolici, propri più dell’uomo che di Dio, quanto piuttosto nel timbro del suo essere stata tra noi e questo sì, devo dire, ha raggiunto punti elevati. E da oggi mi immagino le tre care sorelle che ancora mi seguiranno, come sempre hanno fatto, con bontà, saggezza, simpatia mentre loro passeggiano lungo la valle dei “giganti” ed io inerpico nel suolo dei “cadenti”. E sono certa che tra tutte e tre è una bella lotta a chi per prima ceda la parola all’altra! Da vere “apostole della comunicazione”…

Maria Luisa D.