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“VIENI E VEDI”
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Il Superiore Provinciale don Eustacchio Imperato nell’omelia del 5 gennaio 2017 tenuta durante il Convegno annuale IMSA invita a ritornare con il cuore all’incontro profondo con Gesù e a “corrispondere a desideri e ispirazioni che ci fa sentire dal Tabernacolo”. L’episodio narrato in questo brano di Vangelo [Gv 1,43-51] riempie l’ultima delle giornate di Gesù narrate nel primo capitolo del quarto vangelo. Ci troviamo sempre nella sequenza degli incontri. Dopo che Andrea, avendo incontrato Gesù, gli conduce suo fratello Simone, ora è Gesù stesso che per la prima volta prende l’iniziativa dell’invito. E lo rivolge a Filippo: “Seguimi”. Questi a sua volta porta l’invito a Natanaele, ripetendo le stesse parole usate il giorno prima con suo fratello: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret”. Per Natanaele, come sappiamo, questa dichiarazione non è sufficiente, anche se si muove per andare a vedere. Ma si convincerà dietro il successivo invito di Filippo: “Vieni e vedi”. Scene di incontri, quindi: quella di Gesù con Filippo, quella di Filippo con Natanaele, e quella di Natanaele con Gesù. Sono fatti di cui nei sinottici non si trova traccia. Ed è interessante vedere la forte presenza dei riferimenti all’Antico Testamento: nella testimonianza di Filippo, che si rifà a tutta l’antica rivelazione, nei titoli dati da Natanaele a Gesù, e nel titolo Figlio dell’uomo (cfr. Dn 7,13) che Gesù applica a se stesso. Il tema dell’incontro ricorre anche nella prima Lettura: “Abbiamo conosciuto l’amore”, esclama l’apostolo. Il nostro incontro è avvenuto in profondità e ora l’amore ha un nome: Gesù. Abbiamo conosciuto l’amore proprio nel fatto che “Egli ha dato la sua vita per noi”. Di qui l’applicazione: “Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”. |
Questa è la misura dell’amore reciproco, che non può ridursi ad espressioni verbali – “non amiamo a parole né con la lingua” (soltanto) – o a qualche segno occasionale, ma deve coinvolgere la nostra persona “nei fatti e nella verità”, fino al dare la vita per il fratello/la sorella. L’incontro con Gesù, quello profondo e trasformante, non può realizzarsi che in un ambito ben determinato, che è l’amore. Solo l’amore spinge a cercare; solo l’amore fa trovare. Lo sapeva bene il nostro amato Fondatore, che scriveva: “Chi ama desidera l’amato, gode della sua presenza, ne sazia i gusti. La Sposa dei sacri Cantici cercava ovunque il suo diletto, prolungava la gioia della sua vicinanza, ne studiava e soddisfaceva tutti i suoi desideri. Ciò era una figura rispetto a quel che fece Maria verso Gesù Bambino, Gesù fanciullo, Gesù giovanotto e uomo maturo a Nazaret. E questo comportamento amoroso di Maria è a noi scuola: cercare Gesù Eucaristico; prolungare le conversazioni con lui; corrispondere ai desideri e ispirazioni che ci fa sentire dal Tabernacolo”. Ognuno di noi, ognuna di voi ha incontrato Gesù. Ha percepito, alcuni anni fa, il suo invito a seguirlo più da vicino. Ha risposto con prontezza. Oggi, come in ogni giorno, questo invito di Gesù ci raggiunge ancora: vogliamo veramente dare risposta pronta come sempre, piena, amorosa! La strada tracciata a noi della Famiglia Paolina è ben nota: l’itinerario di conformazione al Cristo Gesù, Maestro integrale Verità, Via e Vita, con tutte le nostre facoltà, mente-volontà-cuore. Il tutto da viversi negli Esercizi Spirituali di ogni giorno, determinando un impegno quotidiano per la conformazione a Gesù-Verità, un impegno verso Gesù- Via e un impegno verso Gesù-Vita. In tal modo, al momento dell’incontro definitivo con Gesù, saremo trovati simili a lui, come ci fa pregare don Alberione. E si realizzerà quella realtà stupenda che il Fondatore augura ad ogni membro della Famiglia Paolina: «Quando l’anima si presenterà a Gesù Giudice, Egli scorgerà in essa come un altro Se stesso: “conformes fieri imagini Filii sui”; la presenterà a Dio che vi vedrà la somiglianza con l’Augusta Trinità, somiglianza ristabilita da Gesù Cristo medesimo. Se ne compiacerà e l’anima canterà in eterno: Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto» (Introduzione, in: Stefano Lamera, Gesù Maestro Via, Verità e Vita, Appunti, E.P., Alba 1949). Questo è il mio augurio per voi, carissime sorelle Annunziatine. Buon cammino! Don Eustacchio Imperato, ssp |