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AUGURI PER IL NUOVO ANNO
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Iniziamo il nuovo anno con gli auguri del Primo Maestro che in questa meditazione ancora inedita e con molta probabilità indirizzata alle Annunziatine, nel pomeriggio del capodanno 1960 conclude, ad Ariccia, gli Esercizi Spirituali. Incominciamo con la preghiera: “O Signore che ci hai fatto arrivare al principio di un nuovo anno, salvaci con la tua virtù e con la tua grazia da ogni peccato e conducici nella via della santità ogni giorno”. Un anno nuovo di vita è una parte della vita stessa. Ora, qual è il fine della vita? Siamo creati per conoscere, amare, servire il Signore e, quindi, arrivare all’eterna beatitudine. Questo è il fine generale. Ma perché il Signore ci concede un maggior tempo di vita? Ci offre un nuovo anno con un nuovo proposito? Speriamo. Il nuovo anno è perché noi abbiamo ancora da crescere in sapienza, età e grazia e, per maggior chiarezza secondo il catechismo, crescere nella conoscenza di Dio, nell’amore di Dio e nel servizio di Dio. Creati per conoscere, amare e servire il Signore. A che fine? Per essere un giorno più gloriosi in Paradiso. Conoscere il Signore, e cioè noi dobbiamo santificare la mente. Lo studio delle cose sacre: il catechismo e tutto quello che ci manifesta meglio il Signore e l’opera sua e quanto da parte nostra dobbiamo compiere per arrivare all’unione con lui. Di essi si deve specialmente imparare e di essi si deve ancora insegnare. Tutto questo appartiene alla santificazione della mente: crescere nell’amore verso il Signore. Santificare il cuore. Santificare il cuore orientandolo verso Iddio: “Vi amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, voi bene infinito ed eterna felicità”. Questo è il dovere di tutti. Vi è poi chi deve amministrare i mezzi di grazia, particolarmente i Sacramenti. Inoltre abbiamo da santificare la volontà, rafforzare la nostra volontà nella virtù, nella fede, nella speranza più forte, nella carità più viva. Tutti siamo chiamati alla santità e sempre tutti abbiamo da esercitarci nelle vie di Dio. La direzione spirituale non è soltanto per i fanciulli o per i giovani in formazione, è per tutti. Anzi più necessaria per chi ha ancora da compiere altro dovere che, oltre la propria santificazione, è attendere alla salvezza delle anime. Con l’Avvento abbiamo |
iniziato l’anno liturgico, il quale ha lo scopo, secondo le intenzioni della Chiesa, di guidarci in quello che è il compito della vita: Conformes fieri imaginis Filii sui (Rm 8,28), diventar conformi a Gesù Cristo, uniformarsi alla sua vita. L’anno liturgico ci rappresenta la vita di Gesù Cristo, la sua predicazione, i suoi esempi, la sua passione, la sua morte, la sua risurrezione, la sua ascensione al cielo. Per essere trovati conformi a Gesù Cristo, noi abbiamo da ricopiare le virtù da lui praticate nella vita privata, nella vita pubblica, durante la Passione e venir confermati in quella che deve essere la ricompensa eterna: Gesù è asceso al cielo e noi dovremmo raggiungere il cielo. Già abbiamo cominciato a considerare Gesù, là nel Presepio. Poi la liturgia ci farà conoscere la sua vita privata, quindi ci porterà a meditare gli esempi santissimi della sua vita pubblica e le parole del santo Vangelo. Nel tempo di Passione ci porterà a considerare i dolori sofferti dal Signore, perciò la sua Passione e quindi la sua morte. Ogni domenica veniamo ad imparare secondo lo spirito liturgico qualche cosa della vita del Signore. E quello che Gesù ha praticato è anche esempio per noi, è anche direzione, e quasi precetto per noi. Allora seguire attentamente il messalino, penetrare quanto ci espone l’Epistola della Messa, quanto ci espone il Santo Vangelo ed entrare nel tempio intimo della Chiesa. Verrà poi il tempo di Pentecoste per comunicarci la grazia di imitare in realtà Gesù dopo averlo contemplato nella sua vita. La Pentecoste ci ricorda le grazie dello Spirito Santo. E il tempo che segue la Pentecoste è appunto destinato a noi perché compenetriamo meglio la dottrina di Gesù e meglio seguiamo i suoi esempi e per mezzo della grazia sempre di più ci uniamo a Gesù. Così vogliamo fare un progresso nuovo e quando arriveremo all’ultima domenica dopo Pentecoste, noi riconosceremo che siamo sempre più immagine di Gesù. Seguire dunque l’anno liturgico secondo come ce lo presenta la Chiesa per progredire come ha progredito Gesù in sapienza, età e grazia. Per meglio conoscere il Signore, la lettura della Bibbia è cosa di massima importanza. Lì abbiamo la lettera di Dio agli uomini, quella lettera in cui Dio si manifesta, quella lettera in cui Dio ci invita al bene, quella lettera in cui descrive quale via tenere per raggiungere con sicurezza la nostra salvezza. In questi giorni avete ricevuto [nel bollettino] San Paolo, “Maria, discepola e maestra”. Ora, ecco il discepolato, ed ecco il magistero. Ciascuno di noi ha il proprio compito da eseguire. Affidiamoci a Maria e tutto abbiamo da Maria, con Maria ed in Maria. Col Figlio pregare, assieme preghiamo perché nella Famiglia Paolina non si commetta alcun peccato durante il 1960 e che tutti crescano particolarmente nella Chiesa. Ora invoco la benedizione di Dio sull’anno incominciato e voi col canto del Veni Creator domandate i doni della sapienza e della scienza, dell’intelletto, del consiglio, della pietà, della fortezza, del timore di Dio, quei doni dello Spirito Santo che sono stati infusi in Gesù Cristo stesso e che devono essere infusi in noi. La benedizione di Dio scenda dunque sopra di voi e sopra i vostri propositi e su tutte le intenzioni che avete in cuore. Sia lodato Gesù Cristo. Beato Giacomo Alberione |