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I PAPI

In questi due brani, il primo tratto dal testo Apostolato delle Edizioni, pagg. 209-210 e il secondo dalla rivista Unione Cooperatori Buona stampa n. 11 del 15 novembre 1924 pag. 1, il Primo Maestro insiste particolarmente sull’importanza e la bellezza della figura del Papa, modello di giustizia, maestro di verità, ministro di grazia. Nella fedeltà al magistero di colui che santa Caterina chiama “il dolce Cristo in terra”, ogni paolino e paolina troverà il segreto del fare il bene. Con il Papa – sottolinea don Alberione – vi è la certezza di non andare fuori di strada.

I Papi

La vita e l’opera dei Sommi Pontefici costituiscono una ricchissima fonte di trattazione salutare. Scrivere dei Papi equivale a dimostrare come essi siano interpreti e continuatori dell’opera del divin Maestro, Via, Verità e Vita.

Il Papa infatti non è un dotto, un diplomatico, o comunque una personalità insigne, ma è essenzialmente il Vicario di Gesù Cristo, e come tale deve essere presentato. È il capo della Chiesa universale, che egli guida al di sopra di ogni contesa sociale. E, come capo, domina sul mondo e su tutte le nazioni, poiché tutte sono chiamate ad appartenere alla Chiesa di Gesù Cristo onde ricevere la luce della verità, essere guidate al cielo e partecipare della grazia di cui la Chiesa è depositaria. In breve: il Papa è modello di giustizia, maestro di verità, ministro di grazia.

Il Papa è modello di giustizia

Come Gesù Cristo non insegnò se non dopo aver dato l’esempio: Jesus coepit facere et docere [Gesù cominciò a fare ed insegnare] ed egli stesso disse di sé: Ego sum Via [Io sono la Via. Cfr. Gv 14,6], così il Papa, suo Vicario, mentre presiede all’umanità, precede con l’esempio. Difatti, quanti Papi santi! Non v’è dinastia più gloriosa di quella dei Papi. Quelli dei primi tre secoli furono quasi tutti martiri che, col loro esempio, precedettero i cristiani nella pratica dell’esortazione evangelica: “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima: temete piuttosto colui che può mandare in perdizione e l’anima e il corpo nell’inferno” (Mt 10,28). Tra i Papi si enumerano dei grandi dotti e la storia di ogni tempo dimostra come essi, in conformità alla legge evangelica, incivilirono [= civilizzarono] i popoli, sviluppando le loro buone qualità e alcune loro istituzioni politicosociali, che produssero in seguito e perfezionarono la civiltà cristiana.
Ma, si potrà obiettare [che] i Papi non furono sempre all’altezza della loro missione. È vero. Ciò però non deve far meraviglia: è una prova evidente della debolezza umana e dell’assistenza di Dio sulla Chiesa, secondo la sua promessa: “Sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Diversamente avrebbe forse subìto anch’essa, più volte, la sorte di tutte le istituzioni umane. Ma la Chiesa è di istituzione divina, e il Sommo Pontefice che la presiede come Vicario di Gesù Cristo è dotato d’infallibilità, che si estende anche ai costumi. La storia può testimoniare quanto bene abbia compiuto nei secoli lo zelo indefesso dei Pontefici in favore della morale cattolica. Questa benefica opera dei Pontefici non è sempre riconosciuta, e tale ignoranza è la causa per cui spesso le anime, e soprattutto le nazioni, guardano al Papa con poca fiducia. Ecco dunque la necessità di far conoscere la santità dei Pontefici e di mostrare l’uso che essi hanno fatto della loro potestà di giurisdizione, piena, suprema, ordinaria ed immediata sui Pastori e sui fedeli, nel triplice campo: dottrinale, giurisdizionale e liturgico, in ordine al bene della società in generale e delle anime in particolare.

Il Papa è maestro di verità

Il Papa come Vicario di Gesù Cristo continua inoltre la missione di Gesù Cristo Maestro di verità: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20,21). Egli non crea verità nuove, ma custodisce, difende e divulga le verità insegnate da Gesù Cristo. Esercita questa sua missione con l’uso del diritto di magistero giuridico e di apostolato. Riguardo agli infedeli col mandare i missionari e col rimuovere gli ostacoli che si oppongono alla accettazione della dottrina cattolica. Riguardo ai fedeli proponendo loro la retta dottrina col magistero solenne e ordinario, con l’assistenza ai Maestri e Pastori, con la vigilanza sugli studi, sugli scritti, ecc. È necessario che anche questa missione del Pontefice sia conosciuta ed apprezzata affinché tutti si rivolgano a lui, quale maestro di verità e seguano fedelmente i suoi insegnamenti. In ogni tempo vi furono eretici ed eresie, ed i Pontefici sempre combatterono e vinsero, dando all’occorrenza anche la loro stessa vita in difesa della verità e per la salute delle anime, sull’esempio del Buon Pastore che disse: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la vita per le sue pecorelle” (Gv 10,11). Ancora: in ogni tempo i Papi diedero impulso alla divulgazione della fede cattolica mediante l’insegnamento scritto ed orale, e con l’incoraggiare e favorire in mille modi l’opera grandiosa delle missioni. Quest’opera non è mai cessata, né cesserà fino a tanto che non si arrivi alla formazione di un solo ovile sotto un solo pastore: “et fiet unum ovile et unus pastor” [e diventeranno un solo gregge e un solo pastore]. L’apostolo scrittore dimostri dunque l’opera compiuta dai Pontefici attraverso i secoli, circa la divulgazione, la difesa, la delucidazione della verità.


Il Papa è ministro di grazia

Il Pontefice continua infine la missione di Gesù Vita, nel campo del culto cattolico. Gesù Cristo, con la Redenzione, ci ha guadagnato la grazia; la Chiesa comunica questa grazia alle anime in virtù del potere sacramentale e del potere liturgico, che spettano al Sommo Pontefice, per diritto divino. [...] Questa è la massima potestà del Pontefice, perché è diretta al raggiungimento del fine soprannaturale, alla visione beatifica. Ora, al fine soprannaturale che si deve ottenere nella vita futura, è necessaria una conveniente preparazione in questa vita. Essa non consiste solo nella conoscenza e nell’amore di Dio, con la seguente sottomissione alla sua volontà, ma anche in un dono soprannaturale, la grazia santificante, che viene comunicata per l’infusione dello Spirito Santo, ossia per la potestà sacramentale di ordine che è nella Chiesa. Al Papa spetta la massima potestà liturgica. L’apostolo miri anche a far conoscere ai fedeli questa missione del Pontefice nella sua essenza, nella sua storia, nella necessità e nella pratica, affinché i fedeli possano partecipare non solo al corpo, ma anche all’anima della Chiesa e godere il beneficio della grazia sacramentale e sacramentaria nel grado e nel modo stabilito da Gesù Cristo.

FEDELTA' AL PAPA

La Società S. Paolo e l’Unione Cooperatori Buona Stampa debbono portare come distintivo la fedeltà al Papa. I membri della Pia Società San Paolo, sacerdoti o no, e le Figlie di San Paolo si legano con voto religioso speciale ad essere fedeli al Papa. I Cooperatori professino questa fedeltà nei discorsi, nei giudizi, nella vita. Vi sono povere anime che penano per cercare la verità. Ai cristiani il Padre Celeste risparmia questa agonia della mente. Il Papa è per noi il faro di luce, il sole di splendore, il riflettore della verità Divina. Non brancichiamo [= brancoliamo] nelle tenebre, non erriamo. Nelle più interessanti questioni religiose, nei più gravi problemi sociali altri non trovano il punto di base, non vedono la via di uscita, non sanno quale chiave, quale guida scegliere. Noi abbiamo il Papa, la sua parola, il suo indirizzo. […]

Interpreti fedeli

Noi dobbiamo essere i fedeli interpreti della parola e degli indirizzi del Papa. Non pretendiamo di essere altro: e Dio ci darà grazie di fare questo. Non sarà necessario sprofondarci negli abissi del sapere, non ci metteremo in testa delle correnti del pensiero: ci basterà capire bene e fare bene l’indirizzo del Papa, e staremo vicini a Lui nelle questioni dibattute e nelle crisi del pensiero e della pratica. Non è nostro compito avanzare teorie, spianare le strade del sapere: noi resteremo vicino al Papa, cercheremo di seguire fedeli l’indirizzo del Papa.

Pecorelle a Pietro

Vorremo dire: il nostro compito non è di far semplicemente del bene, ma è difendere ed estendere la Chiesa. Non predicheremo quindi ciò che ci sembra giusto ed equo, ma quello che è l’insegnamento del Papa. Si porterà la stampa in missione, perché si compia l’unità della Chiesa, e perché gli uomi ni infedeli vengano alla ubbidienza del Papa. Il bene della Chiesa, secondo l’insegnamento del Papa è il fine d’ogni lavoro. Dunque sempre col Papa! ecco la divisa; col Papa! ecco il segreto di far bene; col Papa! non si andrà fuori di strada; col Papa! pensare col Papa, sentire col Papa, fedeli al Papa, seguire il Papa, ecco quello che si deve fare.

Beato Giacomo Alberione